Il Jazz

Il jazz è una musica afroamericana sviluppata negli Stati Uniti nel 20° secolo, che è strettamente legata al ballo. Al giorno d'oggi il jazz è riconosciuto come espressione artistica con proprie caratteristiche e costituisce un patrimonio musicale ascoltato e ballato in tutto il mondo.



L'immagine oggi più diffusa del jazz è quella di un genere musicale raffinato, eseguito nei festival o nei locali specializzati, dove i musicisti creano la propria musica e il cui ascolto, non sempre facile, richiede un certo grado di competenza. Questo corrisponde in parte alla realtà odierna, ma non alle varie fasi stilistiche e ai mutamenti di pubblico che hanno segnato la storia del jazz nell'arco di circa un secolo. Le origini del jazz risalgono ai primi anni del Novecento negli Stati Uniti, nell'ambito delle trasformazioni sociali e culturali che il paese attraversava in quel periodo. La deportazione di schiavi provenienti dall'Africa occidentale aveva concentrato nel Sud degli Stati Uniti una vasta popolazione di colore, la cui musica comprendeva una varietà di stili legati a contesti e usi differenti. La chiesa era un luogo di forte aggregazione dove si praticava lo spiritual, un canto collettivo che reinterpretava la tradizione degli inni liturgici protestanti. Vi era poi il blues, di cui abbiamo parlato in precedenza, ovvero un canto individuale eseguito generalmente su accompagnamento di chitarra che affrontava in modo semplice e diretto le tematiche legate alla difficile vita quotidiana del nero in America. Infine il ragtime, un raffinato genere pianistico che era l'espressione più colta nel panorama musicale afroamericano di quel periodo. Se il ragtime risente dell'influenza di forme e generi musicali di origine europea, blues e spiritual costituiscono il principale tramite tra il jazz e la cultura musicale ereditata dall'Africa. Fondamentali sono alcuni aspetti che distinguono la concezione musicale afroamericana da quella europea. In primo luogo la musica afroamericana vive principalmente nel momento dell'esecuzione attraverso il contributo personale del musicista: se la musica classica si basa sulla notazione musicale, nel jazz la musica scritta è solo il punto di partenza che permette all'artista di sviluppare le proprie idee musicali durante l'esecuzione, e talvolta è del tutto assente lo spartito. Questo aspetto si concretizza nella pratica dell'improvvisazione, uno dei principi cardine del jazz, che si può definire come una composizione estemporanea, pensata ed eseguita nello stesso istante e sviluppata sotto le dita del musicista durante lo svolgimento di un brano. Improvvisare non significa 'andare a casaccio' o suonare qualsiasi cosa venga in mente, ma al contrario richiede grande competenza e abilità: generalmente l'improvvisazione deve sviluppare un'idea iniziale, deve interagire con le proposte musicali degli altri musicisti e deve essere nel complesso coerente. Gli elementi che caratterizzano l'interpretazione jazzistica non sono facilmente trascrivibili mediante la notazione tradizionale su pentagramma. L'intonazione afroamericana, per esempio, segue inflessioni che dal punto di vista della musica classica europea risulterebbero "stonature", anche se sono proprio queste minime oscillazioni della voce che rendono un canto blues particolarmente toccante. Lo stesso vale per il timbro degli strumenti, che ogni musicista jazz cerca di rendere il più possibile personale, talvolta alterandone il suono tradizionale. Il jazz, inoltre, eredita dalla cultura musicale africana una particolare sensibilità ritmica. Anche quando non viene eseguito per il ballo, il ritmo del jazz suggerisce sempre l'idea del movimento e viene "ascoltato" anche con il corpo. Ne è un esempio il concetto di swing, che si ottiene quando il musicista gioca con impercettibili fluttuazioni del tempo, che all'ascolto danno un senso di relax e allo stesso tempo di scatenarsi.


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